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Low Level Laser Therapy, LLLT, ossia Terapia Laser a bassa densità di energia. La luce laser, nell'ambito della cosidetta "Finestra ottica", che comprende i 600nm ed arriva ai 1100 (campo del visibile e invisibile) opportunamente gestita, possiede dimostrate capacità analgesiche, antinfiammatorie, biostimolanti e decontaminanti. Inoltre tali lunghezze d'onda se accoppiate a particolari sostanze dette "foto sensibilizzatori", agiscono con la "centrale energetica" delle cellule ( terapia fotodinamica PDT ) aumentando l'energia per i processi di sintesi, e favorendo la guarigione dei tessuti. Il tutto si traduce in un minor utilizzo di farmaci, diminuendo l'invasività delle procedure ed accelerando i tempi di riparazione tissutale.
La Terapia Fotodinamica consiste nella attivare con la luce laser dei fotosensibilizzatori che, una volta irradiati, producono sostanze citotossiche quali ROS ed Ossigeno singoletto ,consentendo una decontaminazione profonda ovunque essa sia richiesta ( nei trattamenti parodontali, nelle perimplantiti, in endodonzia, nelle infezioni ). Tra i Fotosensibilizzatori più utilizzati abbiamo ad esempio il Blu di Metilene, che assorbe selettivamente la lunghezza d’onda corrispondente al rosso disponibile su Raffaello BIO. La terapia fotodinamica antimicrobica convenzionale si esegue diluendo il foto sensibilizzatore ed applicandolo sulla zona bersaglio. Con la tecnologia DWE, il cromoforo viene attivato dalla lunghezza d’onda secondaria ( 645 nm ), in modo da liberare i singoletti di ossigeno che distruggono la membrana cellulare dei batteri. Inoltre la fotoattivazione del cromoforo viene amplificta con la lunghezza d’onda principale ( 980 nm ), sfruttandone la capacità decontaminante per effetto termico.
Le lunghezze d’onda incluse nella “Finestra Ottica” hanno la maggior capacità di penetrazione. La possibilità di utilizzarne due diverse, singolarmente o miscelate, ( tecnologia DWE) consente di agire in modo selettivo su target più superficiali (645 nm) o più profondi ( 810-980 nm). I parametri in gioco sono la Fluenza ( densità di energia, misurata in J su cm2) e l’Intensità ( Power density, misurata in W su cm2). Il dosaggio , può essere calibrato secondo l’obiettivo che si desidera raggiungere, pur con le variabili reperibili in letteratura, rientra in un range che va generalmente da un livello minimo di 0,1J/cm2 a 10J/cm2 per gli effetti biostimolanti. Una volta inquadrato il caso ed individuato il protocollo terapeutico si potranno stabilire, esattamente come con qualunque farmaco la lunghezza d’onda (il principio attivo) le modalità di somministrazione (forma farmaceutica, posologia). Raffello BIO, grazie alla tecnologia DWE e al software guidato offre la possibilità di gestire in modo semplice e ripetibile la clinica per la quale è indicata la Low Level Laser Therapy. Il Laser Raffaello BIO propone già delle voci di utilizzo. In caso di lesioni localizzate si potrà utilizzare la modalità “punto a punto” Per lesioni più ampie si potrà utilizzare la modalità “scanning”.
Gli agenti patogeni della parodontite non fanno distinzione di tessuto, si annidano sia nella parte radicolare del dente che nel legamento, che nel tessuto molle adiacente. Una buona igiene dentale, ed un trattamento convenzionale per la rimozione del tartaro sono indispensabili prima di intervenire con il laser. Ma è iprescindibile utilizzare una lunghezza d’onda che colpisca selettivamente i batteri annidati sia nel tessuto duro che nel tessuto molle, il laser ND:YAG è il solo ad avere tali caratteristiche fisiche adeguate. Il laser Nd:YAG ha la lunghezza d’onda adatta ad interagire su tutti i componenti biologici presenti nel tessuto e nella tasca parodontale. Infatti oltre ad interagire con la parte di tessuto molle come farebbe un laser a diodi, con il laser Nd:YAG abbiamo una forte interazione biologica anche sulla parte radicolare, amplificata dal superiore assorbimento del laser ND:YAG Il laser Nd:YAG Masterlight grazie alla tecnologia VSP ( very short pulse ) riesce a distribuire in un tempo minimo l’energia necessaria decontaminando il tessuto parodontale penetrando in profondità anche all’interno dei tubuli dentinali. ( 1000 Micron) In soli 50 microsecondi raggiunge una potenza oltre i 3.000 Watt di picco. L’effetto decontaminate combinato al rilassamento termico del tessuto garantisce trattamenti risolutivi (98,97% distruzione batteri ) in assenza di anestesia.
Il laser NanoYag, grazie agli impulsi in nanosecondi e alla grande quantità di energia erogata, diventa uno strumento insostituibile e di elezione per la risoluzione delle perimplantiti. Oltre a sfruttare l’effetto decontaminate dei 1064 nm., la modalità di emissione rende insignificante l’aumento di temperatura della superficie implantare. Con il laser a diodi ed il laser Nd:YAG convenzionale è necessario lavorare con molta cautela, in quanto gli incrementi di temperatura sulla superficie sono dai 12° (Nd:YAG ) ai 19° (Diodo). Con il NanoYag si contiene l’incremento a 5° ed inoltre si contengono gli effetti di modificazione strutturale o brunitura sulla superficie delle altre lunghezze d’onda. Fig. 1Diodo - fig. 2 Nd:YAG - fig. 3 NanoYag.
Grazie alla tecnologia a nanoimpulsi il NanoYag è capace di erogare alti flussi di energia in pochissimo tempo. Sfruttando le capacità intrinsiche della lunghezza d’onda a 1064 nm., universalmente riconosciuta come la più adatta per la decontaminazione profonda (vedi figura 1b), il laser NanoYag sfrutta anche l’efficacia energetica dell’impulso corto collegato ad un alto picco di potenza. In questo modo si contiene l’effetto termico del laser (energia dispersa) convertendolo in efficacia clinica (figura 1a). Grazie agli alti picchi di potenza si supera la soglia ablativa, rendendo l’effetto decontaminante del laser estremamente efficace. Ne consegue che i tempi di applicazione si riducono a favore di una maggiore efficacia clinica.